sabato 30 marzo 2013

Storia della microscopia (pagg. 50-55 Vol AB)




Il primo microscopio è stato costruito dagli occhialai olandesi. Pare che il primo sia stato Janssen (intorno al 1590)



Microscopio di Janssen

Padre della microscopia viene ritenuto però Van Leeuwenhoek che avrebbe costruito il primo microscopio nel 1632, perfezionato successivamente per arrivare ad un G di 200 volte. Alcuni sostengono che i suoi ingrandimenti siano andati anche oltre (fino a 300), cosa che gli avrebbe consentito di arrivare ad osservare i batteri

Microscopio di Van Leeuwenhoek
 
 La questione dell'invenzione del primo microscopio è però controversa.
C'è chi infatti sostiene che il primo vero microscopio fu ideato da R. Hooke in quanto ideatore del primo microscopio  composto e cioè formato da due sistemi di lenti
 
Microscopio di Hooke

Dalla Figura ci rendiamo conto che sicuramente il microscopio di R. Hooke somiglia più degli altri al microscopio ottico che utilizziamo attualmente.
In ogni caso al microscopio ottico moderno hanno contribuito anche altri scienziati come Galileo Galilei ed il fisico Ernest Abbe,  soprattutto per correggere le aberrazioni e cioè le deformazioni delle immagini osservate. Conosciamo già Galilei. Una parola va spesa allora per Ernest Abbe (1840-1905),  amministratore unico della fondazione Carl Zeiss, azienda tedesca ancora all'avanguardia  in tutto il mondo in campo ottico.
 Nel 1930, sempre  in Germania, nasce il Microscopio Elettronico (Ardenne e Ruska)

I MICROSCOPI risoluzione ed ingrandimento (pagg 50-51, 55 Vol AB)


Cerchiamo di capire perché quando si parla di cellule si deve necessariamente parlare di microscopi
L'occhio umano ha un potere di risoluzione di 1/10 di mm = 0,1 mm = 100 µm
Quindi per poter vedere cellule eucariotiche (grandi qualche decina di micrometri) e a maggior ragione quelle procariotiche (grandi qualche micrometro) è necessario il microscopio
Ma cosa è il potere di risoluzione? E' la capacità di distinguere due punti ad una certa distanza.                   

Il potere di risoluzione di un microscopio dipende:
1)  dalla lunghezza d'onda (λ= lambda) della luce impiegata, luce che, di norma, deve attraversare il preparato. Minore è la λ maggiore è il potere di risoluzione.

2) dall'indice di rifrazione del mezzo interposto tra preparato e obiettivo

Il potere di risoluzione è un concetto diverso  dall'ingrandimento (indicato con G). Se infatti ingrandiamo una figura senza migliorare il potere di risoluzione avremo un'immagine sfocata e non ne trarremo alcun vantaggio nell'osservazione.

Con il microscopio ottico il potere di risoluzione arriva a 0,2 µm  (G max = 1500 volte - si indica 1500 X)

Se vogliamo ulteriormente migliorarlo, presupposto indispensabile per aumentare gli ingrandimenti,  dobbiamo utilizzare non più la luce visibile ma onde elettromagnetiche di lunghezza d'onda minore (es. ultravioletti che però richiedono di norma schermi fluorescenti in quanto non visibili all'occhio umano come nei microscopi a fluorescenza).

Oppure si può ricorrere ad un fascio di elettroni di lunghezza d'onda inferiore rispetto alla luce come succede per il microscopio elettronico.

Nel Microscopio Elettronico a Trasmissione (TEM) il potere di risoluzione arriva a 0,2 nm e  a 100.000 X
 
Nel Microscopi Elettronico a Scansione (SEM) a 10 nm e fino a 20.000 X

 p.s.  nel fornire i numeri sui poteri di risoluzione e  ingrandimenti  dei diversi tipi di microscopi noi abbiamo fatto riferimenti ai dati riportati sui testi delle superiori. Vogliamo andare a verificare, con una breve ricerca se, specie per gli ingrandimenti, l'affinamento delle tecniche abbia consentito ulteriori progressi?

Buon Lavoro

 

 

Teoria Cellulare (pg 50-51 Vol AB)


  1665: Il fisico naturalista R. Hooke: introduce il termine "cellula"

osservando una sottile fetta di sughero al microscopio (30 ingrandimenti)  individua  cavità che chiamò  "cellule"

In realtà aveva osservato cavità vuote, delimitate dalla sola parete cellulare ma è in questa occasione che nasce il termine

② 1838-1839: Il Botanico Schleiden e Lo Zoologo Schwann (entrambi tedeschi)

operano una sintesi di osservazioni dirette e precedenti, ognuno nel proprio

ambio disciplinare.  Da tali sintesi nasce:

La Teoria cellulare, basata fondamentalmente su tre affermazioni:

1) Tutti gli organismi viventi sono formati da strutture microscopiche dette cellule

2) le  cellule rappresentano  l'unità strutturale e funzionale della vita

3) Tutte le cellule derivano da altre cellule

Quest'ultima affermazione fu sostenuta in realtà successivamente e cioè intorno al 1860 da Virchow (medico austriaco). Altri scienziati hanno avuto un ruolo nella verifica della sua correttezza. Ricordiamo in particolare Pasteur  che ha avuto un ruolo fondamentale per escludere la generazione spontanea per gli organismi unicellulari e quindi anche per dimostrare che "tutte le cellule derivano da altre cellule"

Quando l'evoluzione della microscopia permise di verificare che negli organismi viventi esistono strutture non formate da cellule come ad esempio i capelli o le unghie non fu necessario abbandonare la teoria per formularne un'altra ma bastò la  semplice integrazione del punto 1)  

 Tutti gli organismi viventi sono formati da cellule o da prodotti dell'attività cellulare

domenica 24 marzo 2013

Differenze principali tra DNA e RNA


Le differenze principali tra DNA e RNA vengono elencate qui di seguito:

1) differiscono innanzitutto per lo zucchero

DNA
RNA
Deossiribosio (o desossiribosio)
Ribosio

2) Differiscono per le  basi azotate

DNA
RNA
C G A T
C G A U

Quindi la differenza riguarda essenzialmente la Timina, sostituita con l'Uracile nell'RNA (1) (2)

Uracile
Come risulta evidente dalle formule di struttura l'unica differenza tra le due basi è un gruppo metilico --CH3 

 3) Differiscono per la struttura

DNA
RNA
Ha la struttura a doppia elica
Formata da 2 catene antiparallele, cioè una che inizia con l'estremità 5' e l'altra con l'estremità 3' avvolte l'una sull'altra
Le basi in questa doppia elica sono complementari e cioè la citosina è  legata con legami a idrogeno (tre legami) con la guanina mentre  l'adenina è legata con la timina (con due legami). Le basi sono disposte all'interno  e sono  perpendicolari all'asse dell'elica (3)

Spesso è a singolo filamento.  Se presenta l'avvolgimenti, almeno nell'RNA messaggero possono essere momentanei e comunque non si riscontra la perfezione tipica della doppia elica del DNA. Questo non significa che non può avere avvolgimenti complessi ma si tratta di strutture diverse. Vedasi ad esempio la figura dell'RNA transfer cioè di trasporto (4)

 
                                                               Fig. 4 RNA Transfer

4) Differiscono per la funzione
 
DNA
RNA
Detiene l'informazione genetica
Rappresenta una copia del DNA di immediata utilizzazione
L'RNA partecipa con funzioni diverse a seconda del tipo (RNA messaggero, RNA Transfer o di trasporto, RNA ribosomiale) alla sintesi delle proteine

Per avere un'idea della funzione dei diversi tipi di RNA si consiglia un semplice video  al seguente link:


Tale video, dopo aver esemplificato la trascrizione di un gene dal DNA, pone in evidenza come l'mRNA viene tradotto in proteina.

Un nucleotide particolare: L'ATP (Adenosintrifosfato)

Ogni volta che alla cellula occorre energia nell'immediato interviene una molecola specializzata ad immagazzinare energia a breve termine: L'ATP.

L'utilizzazione di questa molecola è molto più rapida rispetto a quella richiesta per degradare i trigliceridi o l'amido che sono le molecole che finora avevamo indicato come "immagazzinatori" di energia. Quindi è questa la differenza fondamentale

Vediamo come è fatta questa molecola: (6)

 
In realtà i tre legami che uniscono il fosforo all'ossigeno sono legami altamente energetici e cioè legami che, se idrolizzati, liberano una notevole quantità di energia ed andrebbero indicati non con un segmento come gli qualsiasi legame covalente ma con il segno ondulato.

Quando alla cellula serve energia l'ATP si idrolizza e si trasforma in ADP che poi può essere ricaricato attraverso l'energia fornita dalla degradazione di molecole organiche ed in particolare del glucosio, fonte primaria di energia per gli organismi viventi. La reazione libera 7 kcal/mol

ATP + H2O ---˃  ADP + Pi + energia

come esemplificato nella figura seguente

giovedì 21 marzo 2013

Gli acidi nucleici (DNA e RNA)


Chiariamo innanzitutto il loro nome
Perché si chiamano acidi?
Perché evidentemente al loro interno sono presenti dei gruppi funzionali con proprietà acide.
Perché nucleici? Perché sono stati isolati per la prima volta nel nucleo.
Ciò non significa però che si trovano sempre e solo all'interno del nucleo per due motivi:
1) perché non tutti gli organismi sono formati da cellule contenenti un nucleo. I procarioti infatti il nucleo non ce l'hanno pur possedendo materiale genetico formato da DNA
2) perché anche negli organismi formati da cellule con un nucleo (eucarioti) l'RNA, una volta prodotto, svolgerà la sua funzione  nel citoplasma
Come già esplicitato nella tabella riassuntiva dei composti principali degli organismi viventi, gli acidi nucleici sono polimeri formati da monomeri che si chiamano nucleotidi.
Ora andiamo a vedere come è formato un singolo nucleotide:
E' formato  da tre molecole legate tra loro che sono:
1) uno zucchero con 5 atomi di carbonio (ribosio nell'RNA, deossiribosio nel DNA) (1)


L'unica differenza tra i due zuccheri è il gruppo ossidrilico legato al carbonio in posizione 2' che, nel deossiribosio  è ridotto nel senso che è sostituito da un atomo di idrogeno.
2) una molecola di acido fosforico (H3PO4) - chiamato spesso fosfato per indicare che, in ambiente acquoso come quello esistente negli organismi viventi,  esiste in  forma dissociata
3) una base azotata cioè una molecola con caratteristiche basiche contenente azoto
Le basi possono essere puriniche (Adenina e Guanina) e pirimidiniche (Citosina, Timina nel DNA e Citosina e Uracile nell'RNA)
Le basi puriniche e pirimidiniche sono derivate rispettivamente  dalla purina e dalla pirimidina che hanno le seguenti formule (2)




In realtà la purina è formata da due anelli condensati, uno esagonale che è la pirimidina, il secondo  pentagonale chiamato imidazolo.
Chiaramente rispetto a queste molecole di base avremo ogni volta delle varianti nel senso che abbiamo  dei gruppi funzionali che variano a seconda della base.
Nella seguente figura osserviamo l'adenina che è l'unica base di cui quest'anno impareremo la formula (3)


Si noti che, rispetto alla formula del libro di testo, è rigirata.
Si fa notare l'errore  di stampa del testo quando afferma che un nucleotide è formato da una base azotata che contiene 4 atomi di azoto, affermazione corretta per le basi puriniche ma non per quelle pirimidiniche.
Torniamo alla formula dell'adenina. Questa molecola ha caratteristiche basiche nonostante non contenga nessun gruppo OHda liberare. Quindi la molecola ha caratteristiche basiche in base alla definizione di Bronsted-Lowry che invito a ripassare. Stesso discorso vale anche per le altre basi azotate degli acidi nucleici.
Ora vediamo come le tre molecole sono legate tra di loro:
Lo zucchero lega:
1)  con il gruppo ossidrilico del carbonio in posizione 5' una molecola di acido fosforico (con un legame estere)
2) con il gruppo ossidrilico del carbonio in posizione 1' lega la base azotata (legame glicosidico), esattamente con l'azoto in posizione 9 se il legame è con una base purinica ed in posizione 1 se la base è pirimidina. (4)

Ma come sono legati i nucleotidi tra di loro?
Si forma una scheletro formato dall'alternarsi di uno zucchero e di un acido fosforico su cui si inseriscono le basi. Si parla di uno scheletro zucchero fosfodiesterico (cioè due legami estere)
In particolare lo zucchero lega un gruppo fosfato come già descritto in precedenza, cioè con il carbonio in posizione 5' ed un altro gruppo, sempre fosfato, con il gruppo ossidrilico del carbonio in posizione 3'. Entrambi sono legami estere  (5)



La sequenza viene spesso semplificata sostituendo al gruppo fosfato il simbolo P. Anche le basi spesso vengono scritte in modo semplificato. A volte semplicemente come C,G,T,A,U cioè le lettere maiuscole delle loro iniziali.
Si noti inoltre che la catena ha una sua polarità. Quella che termina con il gruppo fosfato è chiamata estremità 5'.
Quella che termina con il gruppo ossidrilico in posizione 3' libero (e quindi con uno zucchero) è chiamata estremità 5'.

Ma dove è scritto il codice genetico?
Non è possibile che sia scritto nello scheletro formato dall'alternarsi di zucchero ed acido fosforico. Se così fosse  gli organismi avrebbero tutti lo stesso codice e sarebbero tutti uguali. Per forza di cose allora deve essere scritto nelle basi e non nelle singole  basi ma nelle loro sequenze.
Per convenzione, quando deve essere indicata una sequenza di basi che corrisponde ad una certa proteina (cioè un gene) si scrive tale sequenza in direzione 5'---˃  3'
N:B: Il DNA contiene in codice tutte le informazioni per la sintesi delle proteine.
C'è una corrispondenza tra le sequenze del DNA e quelle delle proteine nel senso che tre basi (tripletta) corrispondono ad un singolo amminoacido.
C'è una domanda cui però dobbiamo rispondere (chi ci arriva sarà premiato/a):
Visto che gli organismi viventi sono fatti non solo da proteine ma anche da carboidrati, lipidi, glicolipidi ecc. come fa il DNA a controllare la sintesi di tutte le altre molecole?

mercoledì 13 marzo 2013

Le proteine nell'alimentazione (Lezione di approfondimento)

Quali sono gli alimenti che contengono più proteine?
Sono la carne, il pesce, uova,  latte e derivati ed i legumi.
In quale quantità devono essere presenti nella dieta?
Nella misura del  15-20% della quantità totale dei nostri alimenti.
N.B.: Non bisogna  sostituire le proteine ai carboidrati che devono rappresentare  il vero  "carburante" della nostra alimentazione.
Cosa succede se sostituiamo questo carburante naturale con delle proteine?
Il nostro organismo sarà costretto, non avendo alternative, ad utilizzare, per produrre energia,  ciò che ha a disposizione  con le seguenti conseguenze:
1) Mentre i carboidrati, per produrre energia producono solo anidride carbonica e acqua, utilizzando amminoacidi, verrà prodotta anche ammoniaca (NH3) che è una sostanza tossica che le cellule non riescono a trasformare. La riverseranno di conseguenza nel sangue attraverso cui raggiungerà il laboratorio chimico dell'organismo cioè il fegato. Solo questo ultimo è in grado di convertire l'ammoniaca in urea ①.
L'urea è meno tossica dell'ammoniaca ma non dovrà accumularsi nell'organismo e dovrà essere espulsa attraverso il filtro renale.


Quindi nel momento in cui costringiamo l'organismo ad utilizzare proteine per produrre energia invece che carboidrati in realtà sovraffatichiamo sia il fegato che i reni inutilmente.
2) Se le proteine vengono introdotte in eccesso vengono convertiti in trigliceridi e cioè in grassi in quanto non esistono riserve proteiche nell'organismo se non in uova e semi
Le proteine devono essere di origine animale o vegetale?
Le proteine di origine animale hanno un contenuto in amminoacidi che è più simile all'uomo per cui integrando la dieta con una certa quantità di proteine di origine animale è più semplice assicurare una dieta equilibrata ove per dieta equilibrata intendiamo una dieta che assicuri tutto ciò di cui l'organismo ha bisogno. Nel caso specifico significa avere una maggiore probabilità di assicurare tutti gli amminoacidi essenziali di cui l'organismo ha bisogno (11 o 9 a seconda dell'età).
Questo non significa che non si possa avere una dieta equilibrata in caso si sia vegetariani. Bisogna in questo caso essere più accorti nella scelta dei cibi e anche badare a compiere i corretti abbinamenti. Ciò richiede una  certa competenza alimentare e a volte l'impiego di integratori alimentari specie nel caso dei cosiddetti vegani e cioè coloro che non mangiano neanche latte e uova.
I vegani potrebbero andare incontro non tanto a carenza proteiche quanto a carenze di altri nutrienti come il calcio o il ferro. eliminando infatti del tutto il latte ed i derivati potrebbero subentrare  questi tipi di carenze in quanto il calcio ed il ferro che dovrebbero essere assorbiti dall'intestino  sono presenti  in forma ionica. Il calcio ha ben due cariche positive ed il ferro ne ha due se nella forma cosiddetta ferrosa e addirittura tre nella forma ferrica. Ebbene il nostro organismo fa difficoltà ad assorbire ioni specie in presenza di più cariche come in questo caso. Il calcio per esempio viene assorbito più facilmente nel latte in quanto veicolato dalla Vit. D che è una vitamina liposolubile e che quindi viene eliminata almeno in gran parte nel latte  scremato. Stesso discorso vale per il ferro in quanto quello presente nelle proteine animali viene assorbito più facilmente.
In ogni caso per coloro che intendono scegliere di essere vegetariani vanno ricordate due cose:
1) nel mondo vegetale le proteine più simili agli animali sono quelle della soia
2) se la scelta di diventare vegetariani deve essere un atto di rispetto nei confronti degli animali ricordiamo che anche i vegetali sono essere viventi che vengono mangiati spesso vivi
Ciò che invece va ricordato ai "carnivori" e che l'uomo è stato nel corso della sua storia evolutiva fondamentalmente un vegetariano che ha integrato per migliaia di anni la sua dieta con una piccola quantità di proteine di origine animale. Quindi l'organismo non è abituato a sopportare una dieta fatta quasi esclusivamente di proteine di origine animali. Noi dovremmo rispettare il risultato nella nostra evoluzione.


Verifica di recupero di scienze relativa al 1° trimestre

Oggi, 13 marzo 2013, dalle ore 14:30 alle or 15:30, è stata svolta la verifica di recupero di scienze relativa al 1° trimestre. Gli alunni che non hanno partecipato a detta prova potranno effettuarla domani, 14 marzo 2013, in mattinata.

Lorella Battilocchio

lunedì 11 marzo 2013

Struttura delle Proteine (pg 27-51 Vol AB)


La vita ha diversi livelli di organizzazione.
Anche  proteine, biomolecole importantissime, hanno i loro   livelli di organizzazione:
Struttura primaria: è la  sequenza degli amminoacidi di una proteina.
E' importantissima perché condiziona gli altri livelli di organizzazione. Ciò significa che condiziona la forma e quindi la funzione visto che la funzione dipende dalla forma delle proteine.
Struttura secondaria: Indica la disposizione degli amminoacidi lungo un'unica dimensione dello spazio. La più importante struttura secondaria è:
l'α-elica: in cui l'ossigeno del gruppo carbonilico di un amminoacido forma legame a idrogeno con il gruppo ammidico del 4° amminoacido che lo segue nella catena. I legami, come è evidente nella seguente figura sono intracatena

Sono proteine elastiche poiché i legami a idrogeno si possono spezzare e riformare senza troppe difficoltà.
Es. alfa-cheratina dei capelli;
relativamente comune è anche la cosiddetta:
β-sheet (foglietto ripiegato):  
Si noti che i legami sono intercatena cioè tra catene diverse. In genere le catene sono  antiparallele è cioè con una catena che inizia con il gruppo amminico di un amminoacido e un'altra vicina che inizia con il gruppo carbossilico.
La struttura beta sheet (foglietto ripiegato)  può essere   schematizzata:        

La beta sheet caratterizza proteine soffici ma non elastiche
Es. La seta

Struttura terziaria:  
Indica la disposizione della catena polipeptidica nelle tre dimensioni dello spazio:
In pratica una proteina può avere un tratto ad alfa-elica, poi cambiare direzione,  magari perché incontra un amminoacido rigido come la prolina o l'idrossiprolina formando così un "turn" (β-turn), poi  riprende con un'altra struttura secondaria come la beta sheet.
Pare siano possibili anche zone a ripiegamento non ben  definito, un ripiegamento  apparentemente casuale indicato come random  coil.
Vedi nota ① a piè di pagina
Una  struttura  di questo  tipo  è  tipica  di  proteine  ripiegate  su  se  stesse  come  la mioglobina rappresentata nella seguente figura, di cui e distinguibile il cosiddetto gruppo "eme" contenente ferro.
Mioglobina=  trasportatore intracellulare dell'ossigeno

Struttura Quaternaria:
Indica la disposizione nello spazio delle catene polipeptidiche le une rispetto alle altre. Quindi interessa solo le proteine formate da più catene come ad esempio l'emoglobina, formata da due catene α e due catene β:
Emoglobina I  4 gruppi eme sono in rosso
La  struttura delle proteine dipende in gran parte da legami deboli come legami a idrogeno e Van der Waals. 
Meno frequenti sono i legami ionici e covalenti  (in particolare  dei ponti disolfuro -S-S- cioè tra due atomi di zolfo appartenenti a due amminoacidi di cisteina).  Avendo a che fare soprattutto  con legami deboli l'aumento della Temperatura,  la presenza di ambienti acidi o basici, la presenza di metalli pesanti possono rompere tali legami.  Quando ciò succede praticamente tutta le proteina assume a mano a mano una struttura random coil. Cambiando la forma viene ad essere persa anche la sua funzione.  Tali proteine si dicono denaturate. La denaturazione delle proteine inizia tra i 45 e 50 gradi Celsius ed è in genere irreversibile. Ciò spiega perché la maggior parte degli organismi viventi non sopportano temperature superiori a 40-50 gradi Celsius.


La cisteina è uno dei 20 amminoacidi presenti nelle proteine ed è caratterizzata da un gruppo R = -CH2SH. Tale ponte disolfuro è rappresentato nella struttura terziaria di cui sopra.
                                                                                                  

Funzioni delle Proteine (pagg. 37-38 Vol AB)


Le proteine hanno un gran numero di funzioni:

strutturali: e cioè formano certe strutture es. La alfa-cheratina dei capelli

di movimento: es. actina e miosina dei muscoli

    In particolare, ogni volta che una struttura mostra movimenti attivi sono sempre coinvolte proteine

di trasporto: es. Emoglobina che trasporta ossigeno nel sangue

di difesa per l'organismo: es. gli anticorpi sono tutte proteine

di coagulazione nel sangue: es. Fibrinogeno, precursore della fibrina, indispensabile per la coagulazione

ormonale: nel senso che ci sono ormoni di natura proteica (es. insulina)

di riserva: solo in casi legati alla riproduzione e cioè ci sono riserve proteiche solo in uova e semi

enzimatica: tutti gli enzimi sono proteine.

Funzione enzimatica

Questa ultima funzione non va dimenticata in un elenco di funzioni che potrebbe essere molto più lungo di quello appena fatto poiché non esiste reazione chimica del metabolismo che non venga catalizzata da enzimi.

Cosa è un enzima? E' un catalizzatore biologico.

Cosa è un catalizzatore? E' una sostanza in grado di accelerare una reazione chimica cioè di renderla più veloce.
Esistono fondamentalmente due tipi di catalizzatori:
Industriali
Sono rappresentati da metalli o ossidi di metalli. Sono Aspecifici nel senso che ogni catalizzatore può essere impiegato in diverse reazioni chimiche
Biologici = enzimi
Sono proteine. Sono specifici nel senso che ogni enzima catalizza una sola reazione chimica. Tale specificità dipende dalla sua forma. L'enzima riconosce il suo substrato (cioè la sostanza specifica su cui è in grado di agire) come una chiave con una serratura

Inoltre  mentre  in un processo industriale  è  possibile aumentare la  velocità  di  reazione aumentando, spesso notevolmente, la temperatura, ciò non è fattibile negli organismi viventi.
Di qui l'importanza degli enzimi senza di cui le reazioni chimiche sarebbero così lente da non essere compatibili con la vita.

mercoledì 6 marzo 2013

Comunicazione riguardo all'esperienza di laboratorio prevista per il giorno 7 marzo 2013

Il prof. Marco Corti non ha potuto eseguire l'immersione a causa del mare mosso e, pertanto, non abbiamo a disposizione le alghe.
Quindi, l'oggetto dell'esperienza di laboratorio in programma per domani, 7 marzo 2013, sarà "Saggio alla fiamma".
L'esperienza con il lugol è rinviata.

Lorella Battilocchio

sabato 2 marzo 2013

Schema relazione tecnica di laboratorio



N.B.1)  Una relazione deve contenere tutte le  informazioni necessarie in modo tale che un vostro compagno assente all'esperienza di laboratorio sia in grado, leggendo la vostra relazione, di rifare l'esperienza in modo autonomo


Schema Relazione Tecnica di Laboratorio



               Cognome e nome

                Classe

                Data

Gruppo di Lavoro:

Alunno preposto:

Titolo dell’esperienza

Prerequisiti:

Obiettivo:


Norme Antinfortunistiche: (soprattutto per esperienze che richiedono una certa attenzione per i materiali utilizzati)

Materiali utilizzati: (se possibile distinguere tra i materiali e le sostanze e/o reattivi)
                 

Schema dell’esecuzione della prova (o disegni dei materiali utilizzati)

Descrizione dell’esperienza: (si raccomanda linguaggio sintetico e forma impersonale):

Raccolta dati (Se possibile sotto forma di tabelle e/o grafici)

Spiegazione del fenomeno o conclusione (cioè cosa hai scoperto)


Eventuali osservazioni:  (Parere personale sul lavoro svolto ed eventuali difficoltà rilevate)